Carissimi tutti, l’immagine che ho scelto, questa volta, è quella di un grande arazzo (325x250 Manifattura di Esino Lario) del 1958, non per il soggetto rappresentato, ma per il manufatto in sé come metafora dell’operato umano.
Credo che un textus -per usare il termine latino che significa al meglio la questione, indicando insieme un tessuto e una narrazione- rappresenti bene il senso del “lavoro”: c’è un obiettivo chiaro da raggiungere (l’esecuzione segue infatti un cartone preparatorio), la tecnica di esecuzione è meticolosa (ordito e trama annodano insieme ragione e sentimento dell’artista, che ha progettato l’opera, e dell’artigiano, che l'ha eseguita e resa viva).
C’è assoluta armonia di intenti.
Giuseppe Ajmone, Cartone per un arazzo, 107x89cm, 1958
Così dovrebbe essere, a mio parere, per ogni opera umana: un impegno speso in comune perché ogni singolo elemento non resti disgregato o alienato, ma componga insieme con gli altri il grande quadro di una società più giusta.